giovedì 27 dicembre 2012

Happy new year!!! Impossible Beauty. ROP + Astrazioni Fotografia Calendar 2013.

Di solito mi occupo sì di moda, ma più che altro di sfilate.

Un bel giorno mi chiama Rosanna Trinchese, fashion editor and creative director della Rene Olivier Production e fashion stylist, art diector del magazine online .IT (dove potrete trovare un mio articolo sulle tendenze autunno/inverno 2012-13), con la quale ho collaborato in occasione di alcuni eventi.

Mi chiede se ho voglia di darle una mano nel progetto del calendario ROP 2013, in partnership con Astrazioni Fotografia di Maurizio Panicucci.
Non ci penso neppure mezza volta e accetto immediatamente.
Conosco la alta qualità del loro lavoro e ho tutto da imparare.

L'ambito del fashion shooting è da me poco frequentato, per fattori assolutamente estranei alla mia volontà, anzi con mio grosso rammarico.

Non c'è l'adrenalina della sfilata. C'è l'emozione dello scatto. 

E in questo caso, l'attesa dello sviluppo della foto. I particolari che si aggiungono con il passare dei secondi.

Infatti le meravigliose immagini che accompagneranno i mesi del 2013 sono state scattate con una tecnica particolare: sono state utilizzate delle pellicole a sviluppo istantaneo 20x25 (in poche parole, delle polaroid sovradimensionate), prodotte dalla Impossible Project (distribuite in Italia dalla Nital).

E' facile intuire il fascino di foto che non si possono moltiplicare in serie e per le quali non esiste post-produzione. 
Si crea un'opera unica, tutto ciò che viene catturato al momento dello scatto, l'imprevisto e l'imperfezione non possono essere modificati.

L'ispirazione viene dai fumosi anni '20.
















Da parte mia un ringraziamento particolare alle modelle Madine, Federica e Rachele e alla giovane stilista delle piume Ilaria Massacci, le quali, fidandosi di me, si sono buttate entusiasticamente in questa avventura.

Ad meliora.

DeDe

giovedì 9 agosto 2012

The new Prada A/W 2012/2013 campaign by Steven Meisel.

Orgasmo estetico.

   

Anne V, Elza Luijendijk, Magdalena Frackowiak, Iselin Steiro, Madison Headrick and Vanessa Axente at the new Prada A/W 2012/2013 campaign by Steven Meisel.

Ad meliora.
DeDe

venerdì 22 giugno 2012

I belluomini di oggi vestiti come quelli di una volta: Prada f/w 2012-13 Men's Advertising Campaign.

C'è una rubrica di una delle mie blogger-muse sulla sua pagina facebook che si intitola: 'I belluomini di una volta'.

Ho preso ispirazione da lei per questo post.

Prada f/w 2012-13 Men's Advertising Campaign.

Con making of video a seguito, ormai di default per una campagna pubblicitaria che si rispetti (ottima iniziativa, cari pubblicitari).

Non so cosa ne pensiate voi, ma alla visione di questa clip stavo per svenire.

Protagonisti: Gary Oldman, Garrett Hedlund, Jamie Bell e Willem Dafoe.



Menzione speciale a Willem 'SguardoMaledetto' Dafoe.

Già la sfilata mi aveva emotivamente coinvolto parecchio.

Credo che Miuccia abbia scovato e messo su manichino la quintessenza dell'eleganza maschile.

Dopo questa collezione si può solo scendere di livello.

Ovviamente tutti capi praticamente unwearable per l'homo sapiens sapiens contemporaneo (solo noi donne sappiamo arzigogolarci in strati di vestiti con una naturalezza masochistica straordinaria).

Ma chi se ne frega. Almeno per questa volta che si complichino inutilmente l'esistenza solo per motivi estetici anche loro!















Ad meliora.
Denisetta

venerdì 15 giugno 2012

Adv Louis Vuitton f/w 2012-13 by Steven Meisel. Una fiaba degli inizi del '900.

Sì, lo so.

Con questo inizio di calura estiva (tanto agognata!) vedere cappotti, cappelli, guanti e guarnizioni di pelo come piovesse fa venire un certo disagio e si inizia a sudare senza muovere un dito.

Ma la bellezza fiabesca di questa campagna pubblicitaria per la collezione f/w 2012-13 di Louis Vuitton, realizzata da Steven Meisel (ma va'? Non me lo facevo così bravo...) mi ha obbligato a questo post.     

Godetevela.

Titolo: 'All aboard the Louis Vuitton Express'.




Ad meliora.
Denisetta

mercoledì 2 maggio 2012

Ennesimo film sul backstage di una sfilata Alexander McQueen. Ennesima emozione. Ma questa volta un punto di domanda mi si stampa in fronte...

Parliamo del film del backstage della collezione Alexander McQueen f/w 2012-13.



Prima o poi arriverà una sfilata di McQueen per cui farò spallucce e penserò: 'mmm, niente batticuore, niente respiro affannoso e sensazione di soffocamento, niente formicolio al naso.'

E' successo per Prada (ultima collezione autunno/inverno), vuoi non capiti per McQueen?

Ma ancora una volta tutti i sintomi dell'orgasmo da passerella si sono puntualmente presentati.


E quindi?


Di solito mettevo i post con i video di McQueen sotto l'etichetta Sine verbis, perchè non sentivo la necessità di aggiungere nulla a quello che veniva mostrato.




Ma ora ho qualcosa da dire.

Hic et nunc, mi sento di proporre ai miei 3/4 affezionati lettori una istanza che già era stata affrontata dalla (aggiungete aggettivi positivi a caso, tanto vanno bene tutti) blogger de La ScoMODAmente nel suo post Grandi case di moda, fra tradizione e stilisti emergenti. Ma perchè?.

In questo caso si parlava della forzata rianimazione di Vionnet da parte di Matteo Marzotto.

Ma poi apre il discorso.

Cito testualmente:

'Mi chiedo: perchè riportare in vita marchi i cui inventori sono morti o che loro per primi hanno deciso di "sospendere"? La persona che ha permesso che quel marchio fosse grande, rivoluzionario, forte non c'è più, allora perchè raccogliere un'eredità quando non le si può dare continuità per il semplice fatto che i successori non sono nella testa, nelle mani, nell'animo del creatore? [...] Mi vengono in mente couturier come Alexander McQueen, Giangranco Ferrè, Yves Saint Laurent (che pure vanta l'esperienza e la maestria di Stefano Pilati), di cui abbiamo apprezzato una moda di indiscutibile bellezza. Sono morti e ci si è affaccendati a trovare successori che fossero all'altezza. Nella mia semplicità dico che è inutile, non si può eternare qualcosa che muore se muore chi le ha dato vita. La si può ricordare, sì, ma solo questo.'


E alla fine si domanda (e mi domando): perché questi giovani stilisti non possono esistere con i loro nomi? 

Tanto più una come Sarah Burton, che sta ricevendo consensi unanimi, culminati con il premio 'Designer of the Year' al British Fashion Awards 2011. 



Ha la sua cifra stilistica, non c'è dubbio. 





L'unica critica (se così si può definire) universalmente sentita: è bravissima, ma non è Alexander McQueen.

Io lo troverei umiliante.

Perchè non liberarsi da questo fantasma? 

  

Ad meliora.
Denisetta

domenica 22 aprile 2012

Chi è stato il primo street blogger? Scott Schuman con The Sartorialist? Acqua. Bill Cunningham sul NY Times? Acqua acqua...

Torniamo indietro fino al lontano 1906 in quel di Londra...

Sì, avete letto bene: 1906.

Questa scoperta mi ha in un certo qual modo emozionato. La fonte è il blog The library time machine, il post è di Dave Walker (grazie Dave!).

Ebbene sì, il primo street blogger sembra non avesse né il tipico capospalla royal blue, né come fidanzata l'adorabile Garance Doré.

E non era nè un fotografo nè un giornalista.

Nome: Edward Linley Sambourne.

Professione: disegnatore capo per la rivista satirica Punch, vignettista e illustratore. Sicuramente per l'epoca un tipo un po' particolare (e quanto ci piacciono a noi i tipi particolari...).

Ma questo sì: aveva il pallino delle foto (diventò una fissazione e la moglie se ne lamentava nel diario, povera donna...). Le scattava nel suo studio e gli servivano da supporto per il suo lavoro.


In questo cianotipo possiamo vederlo mentre sistema la figliola, in una posa che utilizzerà per un suo cartoon.

Non solo. 

Iniziò negli ultimi anni della sua vita a fotografare outdoor. Soprattutto gli venne una brillante idea (inedita quanto probabilmente pericolosa per l'epoca): riprendere giovani donne che camminano inconsapevoli per le strade di Kensington. 
Inconsapevoli, perchè Edward Linley Sambourne usava una fotocamera nascosta (immaginatevi a questo punto l'allegria della moglie: oddio, ho sposato un vecchio porco!). 

Al di là delle implicazioni etiche e morali, la curiosità, speriamo non morbosa, dell'uomo ci consente di vedere oltre le solite pose formali di chi sa di stare davanti a un obiettivo e di cogliere la normalità degli atteggiamenti, degli sguardi e della postura in un periodo così lontano da noi. 

Inoltre attraverso le sue immagini possiamo apprezzare l'abbigliamento femminile reale di tutti i giorni in un elegante quartiere di Londra nel periodo edoardiano .

E infine, cosa non meno importante, mi fa provare profonda invidia verso queste ragazze per la spontaneità con cui portavano quei magnifici cappelli, che ora persino Anna Dello Russo avrebbe difficoltà a indossare. (Sì, pront...? Oh, ciao...no, figurat...ma era così per dir...sì, Anna, lo so che indosseresti anche un copricapo a forma di Nefertari che si erge sul sarcofago d'oro massiccio di Tutankhamon...)

Mi sono divertita ad affiancare a ciascuna foto di street style degli inizi '900 (sic!) una immagine dei nostri giorni. Ovviamente ho colto a piene mani proprio dagli eredi di Linley Sambourne: cioè dai già citati Bill Cunningham e Scott Schuman. Cercando però foto un po' più sfuggenti, non in posa, proprio per provare a riprodurre lo spirito di Sambourne.







Qui forse la signorina si era accorta che qualcuno o qualcosa la stesse fissando in maniera insistente...








C'è qualche differenza tra le ladies impegnate a leggere mentre camminano chissà quale pamphlet e le nostre donne che parlano e scrivono al cellulare?
















In fondo non siamo cambiate poi molto.

Ad meliora.
Denisetta